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C) Terapia familiare

La famiglia è una realtà in continuo movimento e ridefinizione, processi che hanno luogo attraverso gli scambi comunicativi. È un’unità sociale che deve affrontare una serie di compiti evolutivi, che variano a seconda dei parametri culturali, ma hanno radici universali. Ogni cambiamento non è mai graduale, avviene in un momento critico in cui deve avvenire una riorganizzazione del sistema, con una conseguente rinegoziazione delle regole, ossia delle modalità relazionali.

Lo sviluppo del gruppo familiare è infatti determinato da due differenti processi: quello morfostatico, che ne garantisce la continuità e la stabilità nei confronti delle continue trasformazioni dell’ambiente circostante, e quello morfogenetico, che regola il suo cambiamento. I due processi sono in stretta relazione tra loro, la possibilità di una famiglia di rimanere se stessa è legata alle sue capacità di modificarsi in relazione ai cambiamenti dei suoi membri e a quelli che avvengono nell’ambiente in cui è inserita.

Se la famiglia è in grado di rispondere agli eventi prevedibili ed imprevedibili che incontra nel suo sviluppo, possiamo parlare di famiglia socialmente competente.

Gli eventi critici che necessitano una ridefinizione delle dinamiche relazionali all’interno della famiglia sono classificati in eventi prevedibili (normativi) ed imprevedibili (paranormativi).

Gli eventi critici normativi sono riferiti a quei cambiamenti previsti nel ciclo di vita di ogni organizzazione familiare (nascita della coppia, convivenza, la nascita, l’affiliazione o la perdita e la separazione….)

Gli eventi critici paranormativi fanno riferimento a mutamenti improvvisi dell’assetto familiare o interni alla famiglia (lutto prematuro di un membro della famiglia, una malattia) o esterni (crisi economiche, calamità, ecc.),

Quando il sistema è organizzato in maniera rigida, quindi le regole sono definite rigidamente, non avviene una ridefinizione delle dinamiche relazionali, si può verificare un blocco evolutivo che si manifesta in una sofferenza psichica, che viene espressa da un membro del nucleo familiare, il paziente designato.

La terapia familiare consente di comprendere il significato del sintomo che la famiglia esprime attraverso il paziente designato, di dipanare le difficoltà comunicative, di superare l’impasse evolutiva.

La terapia familiare secondo l’approccio sistemico-relazionale, richiede la presenza di due terapeuti: uno avrà il compito di osservare il nucleo familiare, il secondo di osservare il sistema terapeutico, ossia l’interazione del terapeuta con il sistema familiare, perché, nel momento in cui entriamo in relazione con un sistema lo influenziamo e ne siamo influenzati.


Milena Martini e Claudio Sabatini

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